APPRODI STENOPEICI di Carlo Desideri

A cura di Eugenio Corsetti e Francesco Desideri

Apre alla Galleria d’Arte Medina, venerdì 15 marzo, la mostra Approdi Stenopeici.Le 34 immagini esposte sono del grande fotografo Carlo Desideri, scattate nel periodo in cui stava lavorando al suo ultimo libro “napoli mare” (Dante & Descartes, 2017). La scomparsa di Carlo, avvenuta nello stesso anno, ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile nella fotografia autoriale italiana e ha lasciato sgomenti i moltissimi che lo hanno amato. Siamo felici, quindi, di presentare il suo lavoro durante il Mese della Fotografia (MFR19), un evento che coinvolge numerosi artisti e professionisti del mondo fotografico italiano e internazionale.

Sabato 16 Marzo, negli stessi spazi della Galleria Medina, si terrà l’incontro “Carlo Desideri, le smarginature come interpretazione del reale”. Un momento per raccontare la poetica fotografica di Carlo, attraverso le parole dei suoi amici Francesco Adornato (Rettore dell’Università di Macerata) e Rolando Corsetti (maestro stampatore e docente). In talk anche l’artigiano Samuele Piccoli, costruttore dei fori stenopeici usati da Carlo e Francesco Desideri che, con la madre Mariolina, ha reso possibile questo evento in collaborazione con il Laboratorio Fotografico Corsetti.

Galleria Medina Roma
Via Angelo Poliziano, 32-34-36
www.medinaroma.com
www.mesefotografiaroma.com

Carlo Desideri, ricercatore e fotografo con una predilezione per il bianco e nero.
Sue mostre personali sulle coste italiane sono state inserite nelle manifestazioni: Fotoleggendo (Roma 2006), L’arte del sole (Palermo 2006), Festival Nutrimenti (Terni 2007).
Ha dedicato una mostra al tema dei porti presso il Laboratorio Fotografico Corsetti (Roma 2008).
Ha pubblicato i libri Riva (Polyorama Edizioni 2007), Sull’Isola di Ventotene (Dante & Descartes 2011 e 2014 seconda edizione ampliata), Napoli mare (Dante & Descartes 2017).
Autore delle foto per i libri: L’anima sulla strada e Andata e ritorno (Città del Sole Edizioni 2008), Treni stazioni paesi della Calabria errante (Città del Sole Edizioni 2011).
Ha realizzato, con i testi di Sasha Perugini, il libro Assaggi (Dante & Descartes 2011). Ha curato con Filomena Gargiulo il libro Un paese nel mare, Ventotene nelle fotografie di Nino De Mattei (Ultima Spiaggia 2016). 
Sue foto sono state pubblicate su riviste e giornali a stampa e on line. Numerose sono le mostre personali e collettive. Autore di saggi in tema di ambiente e paesaggio.

Carlo, o della geometria creativa
Francesco Adornato

Conobbi Carlo Desideri, se non ricordo male, nel 1977 in occasione della presentazione del libro di Paolo Grossi “Un altro modo di possedere” organizzata dalla Rivista Nuovo Diritto Agrario di cui era condirettore. Di trattenute emozioni, quanto puntuale e profondo nell’intervenire. Sembrava avvolto su se stesso, piegato in un concavo io, ma emanava una sicurezza portata con semplicità. Un fratello maggiore apparso all’improvviso. Giurista per formazione, per anni il nostro rapporto era annodato e mediato dal diritto dell’agricoltura, ma nel tempo inattesi piccoli fuochi iniziarono a balenare tra noi, lenti, distillati. Accesi e poi riposti forse per timore di incendiare anzitempo il dialogo appena nato. Al cinema insieme per “Falso movimento” di Wenders e “La scoperta della lentezza”, capolavoro di Sten Nadolny, entrambi suggeritimi da Carlo. La mitezza consapevole e prospettica sembrava essere la sua cifra espressiva. Passo dopo passo, la refrattarietà si trasformò in una trascinamento di racconti reciproci di quei celati mondi che coltivavamo in silenzio: il mare, in particolare modo, per Carlo e la letteratura per me. Fu così che nel nostro diario di viaggio a me fu consegnata la parola con la scrittura, a Carlo la luce con la fotografia; a me il groviglio interiore della narrazione, a Carlo la geometria creativa dell’immagine. Fu così che nacquero i nostri libri. Il racconto e le foto si specchiavano a vicenda, creature dello stesso silenzio.

Sull’amicizia
Rolando Corsetti

Ho conosciuto Carlo alla fine degli anni 80 nel mio Laboratorio di via Martini. Doveva sviluppare alcuni rulli fotografici. Come vidi i fotogrammi pensai subito a un professionista. La sua tecnica, l’esposizione precisa, le inquadrature… tutto mi impressionò positivamente. Il lavoro si svelava, mano a mano che sviluppavo, praticamente perfetto nel suo complesso. Tornato a visionare il lavoro, fece una selezione accurata e molto precisa. Benché fosse molto riservato, entrammo quasi subito in confidenza e mi disse di essere un ricercatore del CNR. Così pensai che la fotografia facesse parte del suo lavoro e le immagini fossero destinate a una pubblicazione. Con mia grande sorpresa, Carlo mi disse che quelle immagini erano solo per il suo diletto e per alcuni suoi amici, come lui appassionati di fotografia.
Da quel giorno Carlo fu presenza costante al Laboratorio e i suoi scatti continuavano a raccontare molto di se: sincero, pacato e gentile, ma fortemente motivato e determinato. I suoi progetti, così, si delineavano sempre più: mare e costa, porti e isole, treni e territorio. Lavori curati con perizia, singoli fotogrammi di bellezza indescrivibile. Mi sembrò, quindi, scontato consigliarlo per una mostra, ma declinò, pensando di non essere all’altezza dei grandi nomi. Pur non condividendo la sua umiltà, accettai la sua scelta.
Un giorno Carlo cambiò idea: aveva cominciato un progetto che lo appassionava a tal punto da volerlo condividere in una esposizione. La mostra, “Porti in bianco e nero” prese forma e fu esposta nella nuova sede del Laboratorio. Grazie a un’opera multimediale di un suo amico, l’artista italo-tedesco Johannes Dimpflmeier, un faro illuminava i porti di Carlo e il suono delle navi immergeva il visitatore nel suo mondo. Fu un successo strepitoso.
Questo pezzo di vita trascorsa con Carlo, gli anni che vanno dal nostro primo incontro alla sua prima mostra, voluta, stampata e curata insieme, rappresentano per me ciò che è stato il nostro rapporto, fatto di stima e fiducia reciproca. Da quel momento le nostre collaborazioni sono proseguite per tutta la vita, ma ciò che ancora oggi mi rende orgoglioso è di aver ricevuto l’amicizia di una persona straordinaria.