W.T.C.N.Y.C. – Personale fotografica di Salvatore Piermarini

Le fotografie sono spesso immagini del caso, governate solo apparentemente  dal fotografo e dal suo sguardo che si confronta con la realtà e la visione del mondo. Eppure è questo sguardo casuale ad intrappolare l’immagine e a strapparla dal flusso del tempo.

Le fotografie possono rappresentare citazioni, déja-vu, coincidenze che tali non sono, perché manifestazioni, come spiegava Jung, di una realtà non governata dalla mera causalità, ma da un ordine creativo che si mostra a chi si predispone a riconoscerlo. A volte le immagini fotografiche nascondono un mistero, si manifestano come un presagio e diventano premonizione.

Nel sesto anniversario dell’attacco al World Trade Center la memoria del fotografo ha voluto raccogliere le immagini scattate alle torri in tanti anni di attività, riprese da ogni punto di vista, dal mare e dal cielo, dal taxi e dai ponti, da sotto e da sopra, di notte e di giorno, prima che il crollo le relegasse nell’universo dei non-luoghi e l’immaginazione sociale cominciasse il lento processo di metabolizzazione ed elaborazione del lutto collettivo. Salvatore Piermarini ha voluto mostrarci anche le immagini scattate allo schermo televisivo durante quella mattina di sei anni fa che ha cambiato il mondo.

W.T.C.N.Y.C. è una collezione di memorie, una raccolta di sguardi trasformati in figure e di vite trasfigurate in fantasmi, proprio come la fotografia ci ha abituati a fare.

La mostra, composta di diciotto immagini in bianco e nero, proseguirà fino al 13 ottobre.
Il catalogo della mostra è disponibile in edizione limitata a 500 copie numerate.

“Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,
Nessuna nascita, forma, identità, – nessun oggetto del mondo.
Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;
L’apparenza non deve ostacolare, né l’ambito mutato confonderti il cervello…”
(Walt Whitman)

Salvatore Piermarini (1949) comincia a fotografare e a dedicarsi al reportage nel 1967. Temi e motivi ricorrenti del suo lavoro sono la fotografia di impegno sociale, l’architettura e le trasformazioni urbanistiche del paesaggio metropolitano, la fotografia di viaggio e paesaggio, la fotografia industriale e pubblicitaria, il lavoro dell’uomo e il mondo della cultura. All’osservazione della realtà affianca una costante ricerca sulla storia della fotografia e sulle potenzialità del suo linguaggio; dai primi anni Settanta frequenta il mondo delle avanguardie artistiche, fotografando gli artisti e il loro lavoro. Nel 1981 è segnalato tra le “nuove tendenze” dall’Annuario Americano Time-Life Photography Year. Autore di numerose pubblicazioni, nel corso degli anni ha collaborato con diverse istituzioni pubbliche  e private (RAI, Università, Gallerie e Musei) partecipando a prestigiose esposizioni in Italia e all’estero. Tra i reportage apparsi in volume, Melissa (La Casa Usher, Firenze 1979), Lo sguardo di New York (La Casa Usher, Firenze 1990) e Le magnifiche rovine (Monteleone, Vibo Valentia 2004) che ha vinto il Premio Maida 2004 per il miglior reportage. Al suo attivo numerose mostre collettive e personali. Attualmente è impegnato in vari progetti, tra cui un ciclo di immagini dedicate ai concetti di figura e finzione.